“Kobayashi Masafumi, un giornalista specializzato nel paranormale, scompare nel nulla durante un incendio scoppiato nella sua abitazione. La moglie viene trovata carbonizzata, ma di Kobayashi nemmeno l’ombra. Nell’ultimo periodo il reporter stava lavorando ad un documentario relativo ad un antico rito praticato in segreto dagli abitanti di un piccolo villaggio giapponese. Noroi presenta al pubblico la versione finale di quel documentario montato da Kobayashi, prima della sua misteriosa sparizione.
Verità o finzione? Tutto il film/documentario è girato con telecamera a mano, in stile amatoriale, includendo al suo interno anche spezzoni di (reali?) trasmissioni televisive, interviste, tutto in modo giornalisticamente molto professionale. E questo è uno degli elementi di maggior forza del film, anche perchè se fosse stato girato in maniera convenzionale non si sarebbe discostato molto dalla sterminata produzione horror giapponese degli ultimi anni. Con la decisione di presentare l’opera come un “vero documento” e la storia come “realmente accaduta”, e quindi confondendo la mente dello spettatore (di sicuro non è vero…ma se lo fosse?), Noroi acquista molto in suggestione e, perché no, in terrore. Perché Noroi è una pellicola che fa paura. Parte piano, sommessamente, con una prima parte che prepara il campo all’orrore finale, in cui ci vengono mano a mano mostrati i vari pezzi di un intricato puzzle, che all’inizio sono solo schegge impazzite, ma che andranno perfettamente ad incastrarsi in un vortice sempre più angosciante di rivelazioni e colpi di scena.”
Ho preso in prestito parte della recensione di Splattercontainer per presentarvi Noroi – The curse, “finto documentario” alla Blair Witch Project. Sperando di avervi incuriositi, vi auguro buona visione.